Diario di
un tarlo qualunque
Il caffè
della Peppina...
Nell'epoca di internet, della telefonia cellulare e degli acquisti online, può accadere di tutto... compreso il fatto di restare senza caffè.Le diaboliche macchinette a "capsule" pubblicizzate da George Clooney, hanno la grande scomodità di non essere reperibili nei supermercati e così il malcapitato utente che rientra dalle ferie, può ritrovarsi senza la dose quotidiana di caffeina.Soluzioni possibili?
In realtà, per
come sono fatto io, nessuna.
Svegliarmi
senza caffè equivale (per chi mi sta vicino) ad una giornata
infernale.
Il caffè “mi serve”, fa parte della mia vita...soprattutto se devo alzarmi di mattina presto.
Per comodità del lettore, siccome il mio lavoro mi porta a fare orari strampalati, cercherò di chiarire il mio concetto di “mattina presto”.
Mattina presto, per il sottoscritto, è un orario che va dalle 11 e 30 alle 12 e 45...
Il caffè “mi serve”, fa parte della mia vita...soprattutto se devo alzarmi di mattina presto.
Per comodità del lettore, siccome il mio lavoro mi porta a fare orari strampalati, cercherò di chiarire il mio concetto di “mattina presto”.
Mattina presto, per il sottoscritto, è un orario che va dalle 11 e 30 alle 12 e 45...
Qualunque
orario precedente a quelli sopra indicati equivale alla mia idea
di “alba”.
Sappiate quindi che se mi telefonate, “messaggiate” o suonate il mio campanello prima delle undici e trenta potreste trovarvi davanti a situazioni di pericolo quali:
1) Trovarvi a dover ammirare ciò che resta di un essere umano, con i pantaloncini del pigiama arrotolati attorno al corpo e con gli occhi ancora pieni di caccole
2) Ritrovarsi davanti ad un orso furioso che minaccia di cavarvi gli occhi per aver disturbato il sonno del giusto (diamine è l'alba! dove è finito il rispetto per il sonno altrui?)
3) L'universo diventa troppo piccolo...
Sappiate quindi che se mi telefonate, “messaggiate” o suonate il mio campanello prima delle undici e trenta potreste trovarvi davanti a situazioni di pericolo quali:
1) Trovarvi a dover ammirare ciò che resta di un essere umano, con i pantaloncini del pigiama arrotolati attorno al corpo e con gli occhi ancora pieni di caccole
2) Ritrovarsi davanti ad un orso furioso che minaccia di cavarvi gli occhi per aver disturbato il sonno del giusto (diamine è l'alba! dove è finito il rispetto per il sonno altrui?)
3) L'universo diventa troppo piccolo...
Questi rischi non si corrono se ho già sorbito la tazza quotidiana di caffeina.
Inutile descrivere il mio stato, quando per questioni lavorative, sono costretto ad alzarmi alle ore cinque e zero zero antimeridiane... sappiate che in quel caso, sono in grado di rivolgervi la parola solo dopo la terza tazza di caffè.
Ora: un essere umano comune (quale son io) che si ritrova senza le amate capsule pubblicizzate da "What Else Clooney” non può mettersi a guidare in cerca di un bar con gli occhi chiusi... potrebbe essere un pericolo per la viabilità circostante.
Purtroppo le
adorate capsule preconfezionate, che vanno ordinate tramite internet
o telefono, viaggeranno tramite corriere espresso che, una volta
ricevuto la comanda, impiegherà almeno due o tre giorni prima di
effettuare la consegna.
Dunque potrei
correre il rischio di non sorbire la nera bevanda?
Una soluzione
al problema della mancanza di caffeina, in realtà esiste e viene
tramandata da secoli e seculorum di padre in figlio.
Quella
soluzione si chiama Moka: ovvero quell'oggetto che fa il suo porco
lavoro gorgogliando sul gas...
Il problema è
che la moka dell'omino Bialetti in casa non c'è più... è stata
regalata a qualche parente meno tecnologico e sicuramente più
pratico del sottoscritto.
Risolvere la
cosa è però relativamente possibile: basta andare nel più vicino
supermercato e acquistare la reliquia che verrà utilizzata per
preparare la benefica bevanda.
Il tragitto
supermercato-casa è assai breve e quindi la cosa è ben decisa: la
moka tornerà a far parte dell'attrezzatura domestica di base.
Così, in poco
tempo, eccomi davanti allo scaffale Bialetti & soci, che guardo e
osservo le antiche macchinette.
Ne prendo una
da “tre” (Melius abundare quam deficere) e la inserisco nel
carrello ed aggiungo all'acquisto anche un barattolo da 500 grammi
di caffè di qualità 100% arabica.
Arrivo alla
cassa e... (a questo punto la vicenda prende una piega insolita e
diviene un dialogo quasi teatrale tra il sottoscritto e la cassiera)
Cassiera:
“Buongiorno, oh che bello ha comprato una moka... sa come si usa
vero?”
Io:
“Buongiorno... si, so come si usa”
Cassiera:
“Sicuro? No perché in tanti tornano indietro chiedendo istruzioni”
Io: “Apro la
moka, ci metto dentro l'acqua, aggiungo il filtro e lo riempio di
caffè macinato e non in grani, richiudo la moka e la metto sul gas a
basso tenore di fiamma..:”
Cassiera: “Ma
allora sa già fare...”
Io: “Guardi,
forse lei si stupirà, ma sono quarant'anni e passa che faccio il
caffè...”
Cassiera:
(ignara dell'odio dei clienti che, nel frattempo, stanno facendo la
fila) “..No, lo dico perché deve sapere che in molti non lo sanno.
Aggiungo, per completezza delle istruzioni che siccome la moka è
nuova...”
Io: “...devo
fare qualche caffè a vuoto altrimenti corro il rischio di bere una
schifezza”
Cassiera:
“Diavolo, un vero esperto...”
Ora, questo più
o meno romanzato, il dialogo tra me e l'infernale dipendente di una
cooperativa famosa per una pubblicità interpretata da Luciana
Litizzetto.
Vi dirò la
verità: non ho ben capito se la cassiera in questione mi stava
prendendo per i fondelli, ma ho avuto questa impressione.
Forse, vista la
mia faccia assonnata e visto il mio abbigliamento (t-shirt di
Batman, bermuda e infradito), la gentil commessa ha ritenuto che
fossi straniero e che quindi non avessi la benché minima idea di
come preparare una tazza di caffè.
Quel che è
certo, ne sono sicuro, che il mio accento romagnolo è abbastanza
marcato quindi si torna alla prima ipotesi: mi stava prendendo per
i...fondelli, ma fatico a capirlo perché ancora non avevo bevuto la
miracolosa tazza che ti apre gli occhi.
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