È passato un anno…
Ricordo, come se fosse ieri, il groppo alla gola e quelle parole che annunciavano la sua scomparsa.
Ricordo le lacrime, condivise con amici, appassionati e disegnatori. Ricordo i “ricordi” e gli aneddoti che in quei giorni di lutto, abbiamo raccontato ad altri amici, quasi a voler esorcizzare la notizia.
Ricordo il fumerale e l’effetto che mi fece la frase di un amico: “Sono una matita spezzata”, una metafora tristemente condivisa dai collaboratori di quella casa editrice.
Sergio Bonelli scompariva un anno fa , il 26 settembre 2011. Una data che nel cuore degli appassionati resterà tristemente scolpita nella memoria.
Un anno in cui tutti noi siamo rimasti orfani di uno dei grandi “padri” del fumetto italiano.
Sergio, in quel giorno, partiva per l’ultimo avventuroso viaggio. Un viaggio che però non lo porta così lontano da quel suo ufficio di via Buonarroti 38 a Milano.
Sì, perchè sono convinto che la presenza di Sergio, sia forte in quel luogo e che chiunque, tra redattori, disegnatori, sceneggiatori, segretarie, letteristi e compagnia, sentano ancora forte la sua presenza. Credo anche che ad ogni piccola Opera (perchè tale ritengo ogni fumetto di casa Bonelli) ogni responsabile di testata si chieda “Chissà cosa avrebbe detto Sergio di quest’albo che ci apprestiamo a mandare in edicola”.
Quanto era bello il rapporto tra Sergio Bonelli e i suoi fan? Amici di penna, che hanno viaggiato con la fantasia grazie alle sue storie di Zagor e Mister No e che gli scrivevano in redazione e che ottenevano sempre una risposta scritta e firmata dalla sua mano. Sergio mi manca e molto. Mi mancano le sue rubriche, mi manca non poterlo incontrare in giro per fiere mentre stringe mani. Mi manca il suo sguardo dritto nei miei occhi, quando, nei nostri sporadici incontri, chiedeva se compravo ancora così tanti fumetti… Mi manca, ma credo che lui non sia poi così distante e così, ogni tanto, mi ritrovo ad immaginarlo in una delle nostre chiacchierate, quando mi chiedeva “Ma c’è qualcosa che non ti convince in uno dei nostri personaggi?” e quando trovavo il coraggio di spiegargli le motivazioni di certi miei atteggiamenti critici verso certe avventure di mio “minor” gradimento, mi piazzava quegli occhi di fuoco in faccia rispondendo “Il mio stesso pensiero.”
Come un anno fa rivolgo un pensiero a Davide, il figlio di Sergio, chiamato ad un compito difficile e gravoso. Lo scorso anno, nel giorno più triste, avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto stringergli la mano e fargli coraggio, ma… non ne ho avuto il coraggio. Troppo rispetto per il suo dolore.
Oggi, a distanza di un anno, vorrei abbracciarlo ancora più forte, per ringraziarlo per aver deciso di seguire le orme del padre in senso di continuità e rispetto dei lettori. Una continuità della politica editoriale della casa editrice che, a mio avviso, sta funzionando. Certo mi si farà notare che le storie attualmente pubblicate sono ancora nel segno di Sergio Bonelli, ma io ho fiducia e so per certo che i lettori non resteranno delusi.
Caro Davide, tuo padre (ne sono convinto) sarebbe fiero di te e forse resterebbe stupito delle tante dimostrazioni d’affetto dimostrate in questi mesi dai suoi amici lettori.
Ricordo, come se fosse ieri, il groppo alla gola e quelle parole che annunciavano la sua scomparsa.
Ricordo le lacrime, condivise con amici, appassionati e disegnatori. Ricordo i “ricordi” e gli aneddoti che in quei giorni di lutto, abbiamo raccontato ad altri amici, quasi a voler esorcizzare la notizia.
Ricordo il fumerale e l’effetto che mi fece la frase di un amico: “Sono una matita spezzata”, una metafora tristemente condivisa dai collaboratori di quella casa editrice.
Sergio Bonelli scompariva un anno fa , il 26 settembre 2011. Una data che nel cuore degli appassionati resterà tristemente scolpita nella memoria.
Un anno in cui tutti noi siamo rimasti orfani di uno dei grandi “padri” del fumetto italiano.
Sergio, in quel giorno, partiva per l’ultimo avventuroso viaggio. Un viaggio che però non lo porta così lontano da quel suo ufficio di via Buonarroti 38 a Milano.
Sì, perchè sono convinto che la presenza di Sergio, sia forte in quel luogo e che chiunque, tra redattori, disegnatori, sceneggiatori, segretarie, letteristi e compagnia, sentano ancora forte la sua presenza. Credo anche che ad ogni piccola Opera (perchè tale ritengo ogni fumetto di casa Bonelli) ogni responsabile di testata si chieda “Chissà cosa avrebbe detto Sergio di quest’albo che ci apprestiamo a mandare in edicola”.
Quanto era bello il rapporto tra Sergio Bonelli e i suoi fan? Amici di penna, che hanno viaggiato con la fantasia grazie alle sue storie di Zagor e Mister No e che gli scrivevano in redazione e che ottenevano sempre una risposta scritta e firmata dalla sua mano. Sergio mi manca e molto. Mi mancano le sue rubriche, mi manca non poterlo incontrare in giro per fiere mentre stringe mani. Mi manca il suo sguardo dritto nei miei occhi, quando, nei nostri sporadici incontri, chiedeva se compravo ancora così tanti fumetti… Mi manca, ma credo che lui non sia poi così distante e così, ogni tanto, mi ritrovo ad immaginarlo in una delle nostre chiacchierate, quando mi chiedeva “Ma c’è qualcosa che non ti convince in uno dei nostri personaggi?” e quando trovavo il coraggio di spiegargli le motivazioni di certi miei atteggiamenti critici verso certe avventure di mio “minor” gradimento, mi piazzava quegli occhi di fuoco in faccia rispondendo “Il mio stesso pensiero.”
Come un anno fa rivolgo un pensiero a Davide, il figlio di Sergio, chiamato ad un compito difficile e gravoso. Lo scorso anno, nel giorno più triste, avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto stringergli la mano e fargli coraggio, ma… non ne ho avuto il coraggio. Troppo rispetto per il suo dolore.
Oggi, a distanza di un anno, vorrei abbracciarlo ancora più forte, per ringraziarlo per aver deciso di seguire le orme del padre in senso di continuità e rispetto dei lettori. Una continuità della politica editoriale della casa editrice che, a mio avviso, sta funzionando. Certo mi si farà notare che le storie attualmente pubblicate sono ancora nel segno di Sergio Bonelli, ma io ho fiducia e so per certo che i lettori non resteranno delusi.
Caro Davide, tuo padre (ne sono convinto) sarebbe fiero di te e forse resterebbe stupito delle tante dimostrazioni d’affetto dimostrate in questi mesi dai suoi amici lettori.
Daniele Tarlazzi
(testo scritto per Sbam Comics)
Un anno dopo...© 2012 Testo, disegni e colori di Daniele "tarlo" Tarlazzi
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